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Adriano Nicosia

Sono nato a San Cataldo (Caltanissetta) il ventotto ottobre del 1970, da Eugenio e Maria, registrato all’anagrafe il ventinove perché mio padre, impegnato in un affare importante, lo stesso giorno non fece in tempo. Sono venuto al mondo in una grande casa costruita da mio nonno, allevatore e importatore di tori francesi, in via Babbaurra, all’epoca numero trentadue, oggi una delle vie più importanti della città. La casa è stata abbattuta per la costruzione di un nuovo palazzo e parte dei miei ricordi sono legati solamente ai miei pensieri.

Dopo gli orari di scuola, mio padre impegnava il mio tempo nelle attività imprenditoriali di famiglia, per abituarmi al lavoro e a essere uomo, diceva lui. Sono stato cresciuto all’insegna di forti valori: amicizia, lealtà, rispetto per gli altri e giustizia. Questi principi, tutt’ora, mi “danneggiano la vita”, visto che non riesco a resistere all’impulso dello scontro quando vengono calpestati. La società sembra muoversi in direzione opposta …

Dicevo sempre a papà: Mi hai rovinato! Potevi crescermi all’insegna della scorrettezza, della slealtà, dell’avidità e dell’ipocrisia, così avrei potuto trovarmi un po’ meglio in questo mondo. Lui mi guardava per qualche attimo, freddo e impalacabile, e poi rispondeva: comincia tu a lavorare per un nuovo mondo!

Oggi ho questa certezza. Sono molto curioso e inquieto, mi piace muovermi. La monotonia, anche in termini lavorativi, mi dà noia ed è per questo che ho cambiato spesso attività. Ho sempre avuto voglia di crescere. La mia vita è stata abbastanza animata e ricca di momenti fortunati. Le difficoltà non sono mancate, ma sono servite.

Non ho completato gli studi in giurisprudenza, ed è un qualcosa che mi manca. Le carriere lavorative mi hanno sempre portato ad avere compiti e ruoli importanti, che mi hanno permesso una notevole crescita personale.

La smodata voglia di crescere mi ha anche indirizzato, a soli ventiquattro anni, a iscrivermi al primo club politico della mia città. Anche lì sono stato molto fortunato. A ventisette anni, prima esperienza di candidatura, sono riuscito a ricoprire il ruolo di consigliere comunale, posizionandomi tra i primi eletti. E’ stato l’inizio di terribili lotte.

È stata un’avventura che mi ha entusiasmato talmente tanto che sono stato eletto per ben tre volte, l’ultima delle quali ho avuto anche la nomina di assessore. La voglia e l’incapacità alla genoflessione davanti ai potenti, mi ha portato a fondare un movimento locale che si chiamava Percorsi Siciliani. Ho avuto molte adesioni ed è stata un’esperienza di vita magnifica.

L’esperienza politica ha spronato la mia voglia di scrivere, di comunicare, di condividere. Non ho mai smesso di essere curioso e di vedere cosa sarebbe successo ai miei manoscritti. Il desiderio di mettermi in gioco è per me irresistibile.

Quando appresi che avrebbero pubblicato il mio primo romanzo – Cogli la rosa evita le spine -, scoppiavo di felicità. L’esperienza non si è più fermata, scrivo ancora. Per quello che di buono mi è capitato nella vita, e non è stato poco, sono debitore alle fortunate coincidenze, all’amicizia di uomini e donne generosi, ma soprattutto alla mia capacità di osare. Ebbene sì, è un impulso troppo forte.

Sono generono, buono e curioso. Ho sempre avuto un animo ribelle, molto vivace, ma oggi sento l’equilibrio dell’esperienza e della maturità. Non mi pento di nulla, la vita vissuta attraverso le esperienze, siatene affamati.

La voglia di creare è il suono della mia vita, vorrei non perderlo mai.

                                                                                                                                 Adriano Nicosia

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